Foglie d'autunno

camera: Cellulare Samsung GT-S5320W (3,2 MP)


Amo le giornate d'autunno, la luce soffusa, l'erba bagnata coperta da un tappeto giallo che geme sotto i miei passi. Nel parco, abbandonato da qualsiasi altra presenza umana, solo l'eco di qualche sparuto volatile emerge dal leggero fruscio delle foglie, mosse lievemente dalla brezza umida, mentre qualche lucertola tardiva fugge al mio passaggio. Mi fermo, ora si sente anche il rumore del fiume poco lontano; qui non è difficile dimenticare la fretta, il traffico la tensione della quotidianità; sono momenti che si vorrebbero ritrovare più spesso. Ma nonostante la pace che sembra farsi strada nell'animo, qualcosa dentro rimane inquieto, la sensazione di sentirsi fuori luogo, di attraversare qualcosa di irreale come quando, chiusi gli occhi per qualche istante, ci si lascia andare all'assenza di luce: per qualche breve momento anche i rumori della vita si allontanano finché qualche ancestrale timore ce li fa riaprire alla luce del mondo. Una folata più forte strappa senza fatica altre foglie ai rami, il tempo non si ferma neanche quando sembra rallentare e la vita insegue la sua fine…
A questo punto riemergo, è già tardi, scatto qualche foto con il cellulare. Finché ci sarà la Fotografia si riuscirà a fermare il tempo, a fissare in una immagine questi momenti in cui esso ci concede di guardarlo dall'esterno come quando, fermi sopra un ponte, si osserva il fiume che scorre.

Il tempo della memoria




Pentax ME super - SMC Pentax 28 mm f/2,8
Kodak Ektachrome 64 professional


Correva l'anno 1991...

Due reflex Pentax Me super, una manciata di obiettivi e parecchi rullini di Kodak Ektacrhome 64  poi il paesaggio irlandese: secondo me un'ottima ricetta per fotografare paesaggi da sogno.
Ora che più di quattro lustri sono passati mi accorgo però che mancava un ingrediente.
Le diapositive, dopo essere state viste (anche più volte) da amici, conoscenti e parenti, dopo qualche doverosa stampa, che non riusciva però a rendere la magica atmosfera e i colori dell'Irlanda, sono cadute in un lungo letargo nelle scatoline al riparo da polvere e luce. Letargo che ho interrotto qualche tempo fa quando ho deciso di scansionarle, più per un discorso di conservazione delle immagini che per un possibile riuso. Già il fatto di veder  a mano a mano comparire a video le immagini, è stato un ripercorrere le strade di quel viaggio e uno sforzo di memoria, e di interpretazione degli scarni vecchi appunti, per dare un nome ai luoghi fotografati. Spontaneo è arrivato il desiderio di mettere mano a Photoshop per dare un tocco in più a qualche immagine ed ecco…  l'ingrediente che mancava: il tempo della memoria che mi ha permesso di riportare, sulle foto, la luce e i colori dell'ambiente attraversato tanti anni fa. Le curve, l'istogramma come pennelli guidati dal ricordo per far percepire, nell'immobilità delle immagini, anche il vento, l'aria umida dopo lo scroscio di pioggia, la purezza dei colori, l'odore bagnato della torbiera. Queste quattro immagini ora sono molto vicine al ricordo di quei paesaggi, grazie anche al tempo della memoria che, forse, è stato più importante del tempo di posa.