Zona Industriale di Verona (al naturale)

Le zone industriali delle città possono avere due aspetti: uno tecnologico e moderno con edifici nuovi e infrastrutture avveniristiche, oppure un look fatiscente con vecchie strutture, a volte cadenti, costruite in disordine ai lati di strade poco curate. Queste situazioni possono convivere a pochi metri di distanza l'una dall'altra. Queste foto sono il frutto di una breve passeggiata, durante la pausa pranzo, in una nuvolosa giornata di dicembre.

Sono state scattate con una vecchia fotocamera compatta Lumix DMC-F3 e successivamente convertite in bianconero con l'app Snapseed su iPad. Avrei potuto passare anche da Photoshop per ottenere un risultato più raffinato e suggestivo ma, per questo genere di fotografie, preferisco mantenere un aspetto più grezzo e vicino alla realtà.

Camera: Panasonic Lumix DMC-F3


    



  


  





  

  

  



City Vintage

Queste foto sono tratte dagli scatti del penultimo rullino di diapositive Kodak Elite Chrome in mio possesso. La pellicola è scaduta nel 2005 ma sono state scattate nell'ottobre 2023, questo spiega l'atmosfera fredda/magenta che ne è risultata. Non è facile spiegare il perché di questa nostalgia per una procedura influenzata da fattori chimico/fisici, spesso imprevedibili ma determinanti ai fini del risultato finale (specialmente usando materiali anni dopo la data di scadenza).  Il risultato si può vedere solo a giorni di distanza dal momento dello scatto, quando il soggetto ritratto non è più davanti agli occhi. Non resta che affidarsi all'immagine registrata sulla pellicola per ritrovare le motivazioni che  hanno fatto scegliere un' inquadratura piuttosto di un'altra. Come la memoria umana, anche la fotografia analogica gioca col tempo e ci riporta davanti agli occhi la realtà in differita, non verificabile, risultato di processi sconosciuti ai più, ma anche per questo con esiti ancora più interessanti.













Ritorno al passato: negativi dal 1986

Vigneti in lessinia nel 1986: il boom della vitivinicoltura era ancora lontano, ma si cominciava a togliere spazio ai boschi per far posto alle vigne. 

Queste foto sono state scattate con Pentax ME super e pellicola B/N Ilford FP4. Forse non le avevo mai stampate su carta: la selezione sui negativi o sui provini a contatto non era facile e lo spazio di correzione in una camera oscura amatoriale non era molto ampio. Dunque questi scatti sono rimasti nel cassetto da dove li ho tirati fuori adesso, nel 2023, per fare alcune prove di sviluppo in digitale. 

Ho quindi fotografato, con qualche accorgimento i negativi, con una reflex digitale Pentax da 24 megapixel. Per l'inversione e la regolazione di tono e contrasto sono passato da Photoshop, un programma che ha delle vastissime possibilità di regolazione delle immagini, neanche lontanamente paragonabile alle limitazioni della mia vecchia camera oscura. Comunque anche in digitale occorre un bel po' di tempo per ottenere il chiaroscuro desiderato, mantenendo il sapore sgranato della stampa analogica.